Collana API


Brunetto Salvarani, Strani Maestri. Anarchie educative dai Peanuts ai Simpson

Nell’esaurirsi vorticoso di ogni autorità costituita, i Peanuts – autentica icona fumettistica dell’America postbellica – rappresentano una società di bambini che rifiuta le paure, gli insegnamenti e l’infantilismo degli adulti.
A distanza di alcuni decenni, in un’America completamente diversa, i Simpson portano in scena l’ansia e la possibilità di riscatto dall’ingenua fiducia nel consumismo e dall’abisso di una vita quotidiana qualunque. Aggrappati, senza alcuna retorica, alla famiglia (sbeffeggiata, ma invocata) e alla scuola (ultimo luogo possibile della socializzazione), i “musi gialli” elaborano inconsapevolmente una pedagogia contro il fanatismo. E sembrano far proprio lo splendido verso del poeta Yehuda Amichai: “Dove siamo integerrimi non cresce nessun fiore”.

Brunetto Salvarani è docente di Missiologia e Teologia del dialogo alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna e membro dell’Osservatorio sull’interculturalità e gli alunni stranieri del Ministero della Pubblica Istruzione. Direttore dei periodici Cem Mondialità e Qol, fa parte del comitato editoriale della trasmissione di Rai 2 Protestantesimo. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Da Barta Barth. Per una teologia all’altezza dei Simpson (Claudiana 2008), tradotto nel 2009 anche in tedesco.

Anna Tonelli, L’educazione sentimentale

L’educazione ai sentimenti è un terreno che consente di valutare la volontà e la capacità politica di governare una società a partire dal controllo della sfera privata. Nell’Italia repubblicana l’esercizio di questa pedagogia affettiva ha conosciuto fasi diverse: la centralità dei partiti nel dopoguerra, quella dei movimenti negli anni ‘60 e ‘70 e il “trionfo del privato” a partire dagli anni ‘80. Tra persistenze e rotture nel costume nazionale, l’idea di formare militanti esemplari per virtù e comportamenti ha lasciato il posto alla personalizzazione dei leader, all’osmosi tra privato e pubblico e ad una resa dell’etica politica alle ragioni dello spettacolo.

Anna Tonelli è docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, dove insegna anche Storia dei partiti e dei movimenti politici e Storia del giornalismo. Fa parte della direzione scientifica della rivista Storia e problemi contemporanei e collabora al quotidiano la Repubblica. Tra i suoi libri più recenti: Comizi d’amore. Politica e sentimenti dal ‘68 ai Papa boys (Carocci, 2007) e Stato spettacolo. Pubblico e privato dagli anni ‘80 a oggi (Bruno Mondadori, 2010).

Mirella Rotolo, L’abbecedario di Pinocchio

In cambio di una casacca di fustagno, tutta toppe e rammendi, Geppetto compra un Abbecedario per il primo giorno di scuola di Pinocchio. Ma il burattino, nonostante i buoni propositi di imparare subito a leggere e scrivere, sacrifica il libro per uno spettacolo teatrale. Com’era fatto quell’Abbecedario? Non lo sappiamo, ma i vecchi alfabetieri degli anni Cinquanta possono venirci in soccorso per fare la conoscenza di Mangiafoco e della Fata dai capelli turchini, di Lucignolo e del pericoloso Pescecane.

Mirella Rotolo, illustratrice e grafica di professione, ha frequentato l’Istituto d’arte di Monopoli (Bari) e lavora per enti pubblici e agenzie di comunicazione. Per realizzare l’Abbecedario di Pinocchio si è ispirata agli alfabetieri in uso nelle scuole degli anni Cinquanta.

Flavio Pajer, I grandi codici

La disattenzione della scuola e una visione riduttiva e moraleggiante della materia religiosa, associate ad uno storico ostracismo culturale, sono le principali cause dell’”analfabetismo biblico”. Nel momento in cui l’Europa si scopre sempre più un arcipelago di fedi che si mescolano ignorandosi a vicenda, è necessario che non solo le Chiese ma le scuole pubbliche, nel ruolo laico della loro competenza educativa, riscoprano il tesoro racchiuso nel “Grande Codice”, perché è il libro delle radici della nostra società e non solo della identità cristiana.

Flavio Pajer è professore di Pedagogia e didattica delle religioni alla Pontificia Università Salesiana di Roma e alla Facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Napoli. Direttore del trimestrale di cultura e formazione pedagogica Rivista Lasalliana, si è occupato di teorie della formazione – con particolare riguardo all’educazione religiosa – e di questioni relative alla libertà religiosa nelle società europee in contesti multiculturali. È autore di numerosi manuali per il catechismo e l’insegnamento della religione nelle scuole.

Massimo Bonfatti, I girovaghi

Non sono terremotati, né profughi, né emigranti, né sfollati. Ma allora che cosa sono? O, meglio, chi sono? A questa domanda i Girovaghi non sanno rispondere, troppo intenti a spostarsi per il mondo con il loro carrozzone di legno. Nando, il padre “capotribù”, è uno zotico lazzarone che ha provato una sola volta a lavorare, ma senza grandi risultati. Gina, sua moglie, pessima cuoca e originale ecologista, regge devotamente la famiglia, felice di una vita nomade e all’aria aperta. I tre figli – Rico, Pepe e Paprika – sono ragazzi come tanti, mentre Arturo è l’uomo di fatica, tutta forza e poco cervello, ma capace, quando serve, di insospettabili intuizioni e rare delicatezze.

Massimo Bonfatti, autore, fumettista e disegnatore, è stato a bottega da Silver, Bonvi e Clod. Matita storica di Cattivik, ha realizzato vignette, illustrazioni, fumetti e caricature per riviste nazionali e straniere. Nel 2000 ha realizzato a fumetti una storia con Mario Monicelli e disegnato il personaggio dell’investigatore Leo Pulp, le cui storie sono state tradotte in vari Paesi.

Roberto Franchini, Il palinsesto dei valori

È il 1971 quando la Rai manda in onda il primo spot realizzato da Pubblicità Progresso. A distanza di quarant’anni, e dopo essersi liberata dal marchio riduttivo e disonorevole della propaganda, la comunicazione sociale si ritrova a fare i conti con cittadini trasformati in consumatori e con un contesto inedito. Le grandi narrazioni e la televisione, refrattarie a interruzioni e interattività, hanno lasciato il posto a decine di canali tematici, ad apparecchi di registrazione automatica dei programmi e ad una rete web che funziona come un instancabile e sempre accessibile archivio. Nuovi strumenti che trasformano i video-utenti in consumatori destinati ad aggirarsi tra gli scaffali di innumerevoli proposte per costruire palinsesti personali e alimentare l’illusione di essere registi di se stessi.

Roberto Franchini, direttore dell’Agenzia di Informazione e Ufficio Stampa della Regione Emilia-Romagna e presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, è giornalista professionista e ha tenuto corsi nelle Università di Bologna, Milano e del Molise. Autore di numerosi saggi culturali e storici, ha ricevuto venti premi per campagne di comunicazione e di relazioni pubbliche, tra cui un riconoscimento europeo sui temi ambientali, l’E-content Award Italy e la Magnolia d’argento al 13esimo Shangai Television Festival 2007.

Nicolò Pisanu, Psicobiologia dell’educazione

Per diventare un individuo, l’uomo deve prima transitare attraverso un’altra persona e quel transito non si riduce al solo momento del parto e nemmeno ad un atto puramente biologico e meccanico. Proprio nel crocevia che interseca il dato psicobiologico e quello dell’esperienza si localizza lo snodo tra la chimica della mente e le alchimie delle relazioni e si creano le condizioni affinché i processi educativi diventino capaci di nutrire gli esseri umani in un modo del tutto specifico rispetto alle altre specie animali.

Nicolò Pisanu è direttore dell’Istituto Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo”, aggregato all’Università Pontificia Salesiana di Roma, e docente di Psicologia dell’educazione, Metodologia dell’educazione professionale e Teorie e strumenti di Pedagogia speciale. Ha lunga esperienza di formatore nel campo delle dipendenze patologiche. Psicopedagogista, psicologo e psicoterapeuta, fa parte del comitato scientifico delle riviste Persona e Comunità e L’educatore professionale e del gruppo redazionale di Rivista lasalliana.

Francesco Mattei, Abbondanza e Privazione

Sugli insegnanti si caricano molti compiti. Alla scuola si continuano ad assegnare, nelle indicazioni della politica e della società, impegni sempre più vasti e sempre più gravosi. E questa scuola, sempre più bistrattata e negletta, si trova così sulle spalle educazioni alla salute, educazioni stradali, educazioni alla cittadinanza e via educando. Ma come dimenticare che essa stessa è parte del problema e non la sua semplice e innocente soluzione? Come dimenticare che essa stessa è afflitta da quegli stessi mali che affliggono la società attuale? Come dimenticare che essa stessa è, insieme, vittima e carnefice, attrice e spettatrice, causa e conseguenza?

Francesco Mattei è professore ordinario di Filosofia dell’Educazione e di Pedagogia generale all’Università di Roma Tre. Dirige la collana “Teoria e storia dell’educazione” (oltre 120 volumi) presso l’editore Anicia e la collana “Comunicazione e scienze umane” (con Luigi Punzo) presso la Franco Angeli.

cogoli
Franco Cogoli, Il borgo di peperino

Costruito con la stessa pietra della rupe su cui è arroccato – il peperino – il borgo di Vitorchiano, Bandiera arancione del Touring Club italiano, ha vicoli e piazzette che rievocano il Medioevo. Qui nel 1966 Mario Monicelli girò alcuni episodi dell’Armata Brancaleone con Vittorio Gassman. Il piccolo paese della Tuscia ha origini etrusche, è stato castrum romano e poi centro urbano fortificato a lungo conteso tra la vicina e potente Viterbo e Roma, alla quale decise solennemente di sottomettersi nel XIII secolo. In cambio, il Senato Romano le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere allo stemma la sigla SPQR, di fregiarsi della Lupa e di fornire gli uomini per la guardia capitolina, vestiti – vuole la tradizione – con costumi disegnati da Michelangelo Buonarroti.

Franco Cogoli, fotografo di viaggi, lavora per alcune delle più note riviste italiane, come Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Meridiani, Traveller, Tuttoturismo e ItinerariTravel, realizzando, tra l’altro, numerose copertine. È stato premiato dall’Ente Turistico Croato con la “Zlatna Penkala” (Penna d’Oro) come miglior fotografo italiano 2008 e dall’Istituto Regionale Ville Venete per il miglior reportage sulle ville palladiane.fia dell’Educazione e di Pedagogia generale all’Università di Roma Tre. Dirige la collana “Teoria e storia dell’educazione” (oltre 120 volumi) presso l’editore Anicia e la collana “Comunicazione e scienze umane” (con Luigi Punzo) presso la Franco Angeli.

Autori vari, La rivolta

Il 14 luglio 1970 a Reggio Calabria scoppia un’inaspettata rivolta violenta. Con l’assegnazione del capoluogo regionale a Catanzaro, la storica capitale calabrese rischia di perdere ruolo e posti di lavoro. Dopo scioperi, cortei e barricate, si contano i primi morti e l’insurrezione assiste a infiltrazioni della criminalità organizzata e di gruppi neofascisti. Si teme che la città possa diventare il laboratorio di un colpo di Stato. Il Governo, a più riprese, invia contingenti della Celere per contrastare quella che Pier Paolo Pasolini definì “una guerra civile dimenticata”.

Questo testo è il risultato di un lavoro realizzato dagli studenti di Reggio Calabria dell’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” nell’anno accademico 2008-2009.

Roberto Alessandrini, Il Santo educatore

La Liebig, l’azienda che tra ottocento e Novecento dà il maggiore impulso alla produzione di figurine pubblicitarie, realizza subito dopo la seconda guerra mondiale una serie dedicata a Don Bosco, l’unica nell’arco di un secolo. Si tratta di sei immagini che, privilegiando il profilo educativo del santo piemontese (1815-1888), narrano la sua storia rinviando ad un’epica religiosa che porta in scena i frammenti di una teologia dei semplici e i momenti salienti di una vita esemplare secondo le modalità espressive di una enciclopedia visiva. Non siamo di fronte ad immagini sacre o devozionali, ma a “vignette” che descrivendo la vita di un santo operoso – figura centrale nella storia della cultura popolare cattolica – danno un inedito contributo alla sua iconografia.

Roberto Alessandrini è docente di Antropologia all’Istituto Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo”, aggregato all’Università Pontificia Salesiana di Roma, e collabora al trimestrale di cultura e formazione pedagogica Rivista Lasalliana e ai mensili Cem Mondialità e Confronti. Ha curato, con Michelina Borsari, La sacra mensa. Condotte alimentari e pasti rituali nella definizione dell’identità religiosa (1999) e Il sorriso dello spirito. Riso e comicità nella cultura religiosa dell’Occidente (2000). Ha inoltre pubblicato La mala misura. Antologia di bilance ingannevoli e pesi falsi (2006), Immagini (2008) e Gesto (2010).

image
Paolo Carlotti, Etica della virtù

In passato – e forse da qualche parte ancor oggi – per raccomandare la pratica morale e assicurare una vita felice vigeva la logica del “Ricatto esistenziale”. La prova del radicamento di questa mentalità si rinviene nell’imputabilità morale delle malattie e delle disgrazie sopravvenute ai singoli o alle comunità, connessione che già Gesù ebbe a rifiutare, ma che non per questo è stata immediatamente abbandonata, anche a livello ecclesiale.

Paolo Carlotti è professore ordinario di Teologia morale alla Pontificia Università Salesiana di Roma. Tra le sue pubblicazioni più recenti: In servizio alla parola. Magistero e Teologia morale in dialogo e Carità persona e sviluppo. La novità della Caritas in veritate, entrambe pubblicate dalla Las.

image-1
Davide Zoletto, Educazione e spazi urbani

Gli spazi urbani sono quasi completamente monopolizzati dagli adulti, che a volte li predispongono ad hoc per i più piccoli e a volte precludono ogni possibilità di utilizzo da parte dei giovani. Eppure è proprio negli spazi e nei contesti quotidiani che ragazzi e ragazze possono sperimentare appartenenze comuni al di là delle diverse provenienze, dei pregiudizi reciproci e delle visioni stereotipate che si concentrano sulla “fragilità” dei bambini, sulla “inaffidabilità” dei giovani, sulla “pericolosità” delle città. Perché i luoghi sono caratterizzati prima di tutto dalle relazioni che vi intratteniamo con gli altri. Ed è la qualità delle relazioni a fare la qualità degli spazi.

Davide Zoletto è ricercatore di pedagogia generale e sociale all’Università di Udine, dove insegna Pedagogia interculturale. Redattore della rivista aut aut, ha lavorato nell’archivio Bateson dell’Università della California a Santa Cruz. La sua pubblicazione più recente si intitola Il gioco duro dell’integrazione. L’intercultura sui campi da gioco (Raffaello Cortina, Milano, 2010).

image-2
Vittorio Luigi Castellazzi, Bambino re bambino martire

Le condotte violente etero e autodistruttive, che talvolta si registrano in età adolescenziale e giovanile, scaturiscono da un’infanzia segnata da una sofferenza psichica dovuta all’accumulo di esperienze stressanti subite in un ambiente familiare incapace di contenere in maniera adeguata il mondo emotivo dei figli. Rispetto all’aggressività che riconosce sempre l’oggetto, la violenza si snoda in un processo di de-soggettivizzazione e de-umanizzazione di sè e dell’altro. Le condotte violente hanno come obiettivo la distruzione del corpo e sono caratterizzate da un’assoluta indifferenza emotiva, dall’incapacità di riflettere e dall’assenza dello scudo di Atena – simbolo, nella mitologia greca, della mente e del pensiero – che consente a Perseo di trionfare sulla terrificante Medusa.

Vittorio Luigi Castellazzi, psicologo clinico, psicoterapeuta-psicoanalista, insegna Tecniche proiettive e psicodiagnosi della personalità all’Università Salesiana di Roma. È membro di varie Società scientifiche nazionali e internazionali, tra cui la Society for Personality Assessment e l’International Rorschach Society. Oltre ad articoli e saggi comparsi in riviste e in lavori collettanei, è autore di numerosi volumi pubblicati dalle Edizioni Las. La stanza della felicità, pubblicato dalle Edizioni San Paolo, è stato tradotto in spagnolo, portoghese e polacco.

Aurelio Rizzacasa, Disincanto e reincantamento

La cultura odierna è radicata in una società tecnologica che richiede a regole e valori di passare attraverso la legge dei grandi numeri, con l’effetto di favorire lo scadimento dell’arte a produzione commerciale e la partecipazione politica ad adattamento conformistico. Queste derive hanno le loro ragioni culturali nell’indebolimento etico delle persone, ma trovano le loro cause funzionali in forme di comunicazione massificate che spostano l’interesse dai concetti alle immagini e dai ragionamenti alle emozioni.

Aurelio Rizzacasa è professore straordinario di Filosofia morale all’Università di Perugia. Membro della Società filosofica italiana, collabora con numerose riviste di filosofia, estetica e pedagogia, italiane e straniere, ed è autore di numerosi volumi.

image-3
Brunetto Salvarani, L’esilio della memoria

L’abitudine a ritualizzare il nostro rapporto con il passato e a caricarlo di una sacralità che lo rende astratto e impalpabile riguarda anche la memoria della Shoà, lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti, di cui Auschwitz è il profano, tragico emblema. Gli scritti di Primo levi e le illustrazioni di Lele Luzzati invitano a non ridurre la memoria a un catalogo celebrativo e ornamentale di simboli, a non esiliare e banalizzare il ricordo e a riflettere su ciò che potrà accadere quando anche gli ultimi testimoni oculari saranno scomparsi.

Brunetto Salvarani è docente di missiologia e Teologia del dialogo alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna. teologo, giornalista e scrittore, dirige il mensile di educazione interculturale Cem Mondialità e il periodico del dialogo cristiano-ebraico Qol. Tra le sue ultime pubblicazioni, Renzo Fabris, Una vita per il dialogo ebraico-cristiano (Emi, 2009) e Il vangelo secondo Leonardo Cohen. Il lungo esilio di un canadese errante (Claudiana, 2010, con Odorardo Semellini).

image-4
Anna Tonelli, Le vite degli altri

I confini fra spazio pubblico e spazio privato si sono talmente sovrapposti da considerare naturale che si debba mettere in piazza, intesa anche come piazza virtuale, uno spettro molto ampio di questioni che vanno della politica all’etica, dai sentimenti al rapporto fra i sessi, dalla famiglia alla salute. Chi si racconta attraverso la piazza virtuale vuole diffondere una rappresentazione di sé come fosse un racconto, una narrazione, con una proiezione che mima e si confonde con la fiction: anzi dove la finzione sostituisce la realtà, diventando più vera della realtà stessa.

Anna Tonelli è professoressa di Storia contemporanea all’Università di Urbino “Carlo Bo”, dove insegna anche Storia dei partiti e Storia del giornalismo. Tra i suoi libri più recenti: Politica e amore. Storia dell’educazione ai sentimenti nell’Italia contemporanea (Il Mulino, 2003, vincitore Premio Brancati 2004). Comizi d’amore. Politica e sentimenti dal ’68 ai Papa boys (Carocci, 2007) e Stato spettacolo. Pubblico e privato dagli anni ’80 ad oggi (Bruno Mondadori, 2010).

Roberto Alessandrini, L’educazione di Sancio

abokov esagera quando afferma che l’unica cosa che conferisce a Sancio Panza un barlume di personalità propria è l’eco grottesca che producono in lui le note della nobile musica del suo padrone. Ed esagera Auerbach quando sostiene che tutta la sua educazione consiste solo nell’imitazione di don Chisciotte. Sotto la penna di Cervantes, il personaggio dello scudiero analfabeta cresce, si affina, si evolve assorbendo certamente l’ingegno del cavaliere, assimilandone il linguaggio e i meccanismi interpretativi, ma anche mettendo in scena qualità proprie oltre che un breve momento di sorprendente, originale lucidità.

Roberto Alessandrini insegna Antropologia all’Istituto Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo”, aggregato all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato di recente i volumi La mala misura. Antologia di bilance ingannevoli e pesi falsi (2006), Immagini (2008), Gesto (2010), Gioco (2010) e Sagome inquiete. Ombre e silhouette dalle figurine al cinema (2011).

image-5
Umberto Nizzoli, Vite a rischio

Nel mondo, circa una persona su dieci ha disturbi legati alla dipendenza. Il consumo di droghe, con la netta prevalenza di psicostimolanti, viene sempre più spesso percepito come normale e si intreccia con un evidente impoverimento del mondo emotivo, con l’erosione del senso della continuità e con la ricerca del rischio come luogo di offerta di emozioni e identità. Poiché i debutti nel consumo avvengono attorno agli 11 anni, diventa indispensabile, superando la delega a tecnici ed esperti della materia, parlare di sostanze con competenza e credibilità in famiglia e a scuola, attivando processi educativi e culturali capaci di valorizzare e rafforzare la responsabilità individuale e sociale.

Umberto Nizzoli, psicologo specialista in psicoterapia, è clinico, consulente, supervisore e formatore. Docente nelle Università di Padova e Bologna e all’Istituto Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo”, è stato primario di psicologia clinic all’ASL di Reggio Emilia ed è autore di oltre 650 articoli. Ha pubblicato, tra l’altro, Trattato completo degli abusi e delle dipendenze in due volumi (2003), Il sistema dei servizi per le dipendenze patologiche (2004), Disturbi alimentari e abuso di sostanze (20074) e Disturbi del comportamento alimentare (2007).

cop-vitaeroica-donbosco
Roberto Alessandrini, Vita eroica di don Bosco

Sorprende vedere un santo con una pistola in mano oppure mentre agita in aria una sedia per difendersi dai banditi. Eppure anche questo può accadere nel “territorio” del fumetto, che quando evade dai confini dell’immagine devozionale, ripetitiva e rassicurante, riformula storie di vita di grande impatto popolare non prive di aspirazioni educative e di efficacia vocazionale. E ciò che accade al fumetto religioso più diffuso di tutti i tempi, la monumentale biografia di Don Bosco disegnata in Belgio da Jijé nei primi anni Quaranta e completamente ridisegnata sul finire del decennio. Si tratta di un successo editoriale senza precedenti, con numerose edizioni fino alla fine degli anni Novanta e traduzioni anche in lingua vietnamita. Evocazioni storiche, suspense e umorismo danno vita ad un grande affresco che interpreta Don Bosco come un moderno eroe popolare cristiano, innovatore e ottimista, decisamente antiborghese, dotato di una plasticità che gli consente di adattarsi ai cambiamenti storici, e talvolta di anticiparli, senza rinunciare a una sana parte di follia.

Franco Cambi, La cura di sè

La cura di sè è una categoria antica. Viene dall’ellenismo e, in particolare, dalla scuola stoica. Ogni uomo deve formarsi come tale e deve coltivare se stesso nella sua umanità, facendola fiorire in modo autonomo e dotandola di una “forma” che è, al tempo stesso, universale e specifica. La cura sui salda intimamente teoria e pratica e su entrambi i piani si sviluppa, in un gioco continuo di rimandi e di intrecci che fanno di tale paradigma un quadro plurale, dialettico e organico.

Franco Cambi, già professore ordinario di pedagogia generale all’Università di Firenze, è stato direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione (poi anche dei Processi culturali e formativi) dal 1994 al 2000 e dal 2003 al 2006. Autore di circa sessanta volumi, dirige la rivista Studi sulla formazione e collane di studi pedagogici per gli editori Armando, Carocci, Clueb e Unicopli.

Roberto Cipriani, I giorni della festa

Il carattere culturale, socializzante ed educativo della festa è quanto mai esemplare nel caso della comunità messicana di Nahuatzen, presa in esame da questo saggio, ma i suoi caratteri preminenti sono rintracciabili quasi in ogni altra parte del mondo: la solidarietà, la convivialità, la dimensione familiare, la transizione intergenerazionale, il radimento dei simboli di riferimento comune. L’alternanza fra quotidiano e festivo appare quasi una necessità per ribadire legami, per consolidare rapporti, per aprire nuovi tracciati di condisivione, per sperimentare nuove soluzioni comunicative. Tutto questo contribuisce a fare della festa un must di ogni tipo di comunità che ha bisogno di ritrovarsi, di verificare la sua consistenza non solo numerica, di constatare le mutazioni avvenute o ancora in corso.

Roberto Cipriani, professore ordinario di Sociologia nell’Università Roma Tre, ha condotto ricerche empiriche comparative e realizzato film in Italia, Grecia, Spagna, Messico ed Israele. È presidente del consiglio europeo delle associazioni nazionali di Sociologia e autore di oltre cinquanta volumi ed ottocento pubblicazioni con traduzioni in inglese, francese, russo, spagnolo, tedesco, cinese e portoghese.

Giorgio Maria Bressa, La puntina sul giradischi

Che cosa accade quando vostro figlio adolescente vi comunica che intende abbandonare la scuola per fare il disc-jockey? Cosa succede esattamente nel cervello di un giovane di 14 anni? Questo breve saggio in forma narrativa si propone di spiegare in che cosa consiste l’affiancamento, la preziosa attitudine di accompagnare, come la puntina di un giradischi sul vinile, per fare in modo che tutti sentano la musica.

Giorgio Maria Bressa è docente di Psicobiologia del comportamento umano all’Istituto Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo”, aggregato all’Università Pontificia Salesiana di Roma, Medico specializzato in Psichiatria, Medicina criminologica e Psichiatria forense, ha insegnato nelle Scuole di specializzazione delle Università di Roma “La Sapienza”, dell’Aquila, di Ancona e della Cattolica di Roma.

Stefano Bovero, Desideri senza tenerezza

Tra le nuove dipendenze appaiono oggi in rapida crescita il disturbo da dipendenza da sesso, noto nella comunità scientifica con Sex Addiction, e la pornodipendenza, sottospecie dell’Internet Addiction Disorder. Il primo è un comportamento caratterizzato da un desiderio sessuale anomalo che coinvolge l’attività del pensiero al punto da interferire seriamente con le normali attività quotidiane. La seconda appare invece come una particolare estensione autoerotica del medesimo aspetto compulsivo. Entrambe hanno origine in un’esasperazione dell’attenzione personale sulla corrente libidica e in una sua sostanziale scissione dalla corrente di tenerezza. Ed entrambe hanno visto incrementare la loro incidenza epidemiologica in corrispondeza dello sviluppo di Tv private, sistemi di videoregistrazione Vhs e Dvd, siti Internet, videtelefonia cellulare e variate possibilità interattive consentite dal web e dalla telefonia mobile.

Stefano Bovero, psicologo, psicoterapeuta e antropologo clinico, è stato collaboratore di quotidiani e riviste (Tuttosport, Segnocinema, Nuovasocietà e La Gazzetta del Popolo) ed è autore di Oniridiade (1988), Vivere a Valenza (1993), Un Sogno Granada (1999), Se Cinquantamila vi Sembran pochi (2004).

Collana API ultima modifica: 2017-01-13T18:29:42+00:00 da redazione